13 aprile, 2014

Grand Budapest Hotel


WES ANDERSON...
...Quando ti ci accingi a vedere un suo film sai che vivrai un’esperienza sensoriale, perché andrà letteralmente ad investire tutti i tuoi sensi.

A colpirti saranno i colori, le musiche ed i dettagli, milioni di dettagli che impressioneranno il tuo sguardo e che cercherai di catturare tutti, capendo che ognuno di essi possiede un suo significato.




Gran Budapest Hotel una storia nella storia come quasi fosse una matrioska, l’omaggio a Stefan Zweig ed alla sua "Estati della Libertà".





Il personaggio interpretato da Jude Law è quello di un giovane scrittore, un instancabile osservatore, mai alla ricerca di una storia, ma anche in questo caso sarà la storia che troverà lui.

Una panchina, una giovane ragazza ed un libro dalla copertina rosa, rosa come la struttura del Gran Budapest Hotel di Zubrowka.
 

Una funiculare e sei dentro. 

Una struttura immensa fantastica e ad accoglierti Monsieur Gustave, il concierge del Grand Budapest Hotel, la sua essenza.
 Biondo, superficiale con un immenso bisogno d’amore ed una grande insoddisfazione, come le sue molteplici, bionde, superficiali, ricchissime, elegantissime ospiti dell’hotel, nonché, amanti.



Ed ancora il suo lobby Boy, garzoncello, Zero, un nome evocativo, il suo unico fedele amico, oltre che il narratore di questa meravigliosa storia, l’unico superstite di una realtà ormai svanita e, quindi, il testimone di quello che è stata…. Aghata, il suo grande amore che solo a pronunciarne il nome scorrono lacrime, pasticciera coraggiosa. 


Tilda o Madame D., facoltosissima anziana di 85 anni, l’unica pecca: il colore di smalto sbagliato o, almeno, non gradito al suo amante.


Un quadro, l’unico simbolo intatto in quella ed in quest’altra storia fatta di patti, di accordi, di contratti, di testamenti, di emendamenti scritti, sussurrati, ricopiati, smarriti, distrutti, custoditi e consolidati con la sola stretta di una mano.

L’avvocato ed all’occorrenza esecutore testamentario alle prese con dei difficili, oscuri, violenti discendenti.

A Check Point 19, arrivano in soccorso i dolci di Mendl’s, così belli che tagliarli appare un sacrilegio, quasi, quanto tradire, perché costretto, il concierge del Gran Budapest Hotel, nonché, membro della segretissima, ma anche prestigiosissima “setta” delle chiavi incrociate, soprattutto se a farlo è un maggiordomo di bianco vestito, il cui segreto rischia di portare con sé nella tomba.
Segreto questo che, invece, merita di essere svelato.









Dmitri e le sue sorelle, più basse e meno slanciate di lui, il rombo di una moto a ricordare che la paura porta con sé sempre un colore…. Il nero, lontano dal rosa, dal viola, dal lilla, dal porpora, dai colori pastello dei dolci di Aghata e dall’arancio degli anni 80’, che appaiono così tanto 50’.


Il sig. Musthapa per raccontare la sua storia avrà, così, bisogno di una cena dalle interminabili portate e di un instancabile ascoltatore.

Finito di ricordare, stanchi dal ricordare tempi così lontani, felici, diversi si può andare a dormire nella propria stanzetta, che per alcuni è veramente tale, rivolgendosi al consierge, affinchè, ti dia la tua chiave, altrimenti, dovrai far da te.

Uno scrittore, però, non può dormire dopo quello che ha ascoltato, sono troppi i pensieri, le immagini che affiorano nella mente, l’immaginazione che cresce, che nasce, bisogna sedersi e pensare, felice perché ancora una volta la storia ti ha trovato…e che storia!!!



colonna sonora:
s’Rothe-Zäuerli - Öse Schuppel https://www.youtube.com/watch?v=K9h-_LTOsqw
Alexandre Desplat - Mr Moustafa https://www.youtube.com/watch?v=R4rSC_Zgz2Y
Alexandre Desplat - The Alpine Sudetenwaltz https://www.youtube.com/watch?v=luZ6xoNENqA